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Escursione - Frontone - Ass. Cala Felci

Escursione – Frontone

phoca_thumb_l_img_0051La spiaggia di Frontone è probabilmente la località più famosa di Ponza, una tappa obbligata per ogni turista che arriva sull’isola. Una prerogativa che ha avuto da sempre, e che ha conservato rimanendo al passo con l’evoluzione dei tempi e delle mode, forse in maniera più sbarazzina rispetto ad altre località dell’isola, che pur altrettanto belle non hanno la stessa notorietà.

La storia turistica di Frontone inizia negli anni ’50 quando, affacciato sulla spiaggia, l’ENAL (Ente Nazionale Assistenza ai Lavoratori) costruì un villaggio turistico per favorire le vacanze dei lavoratori. Parliamo di una quarantina di spartani boungalow in legno( ormai distrutti) che, insieme ad alcune tende sparse intorno a un edificio centrale adibito a servizi e ristorante, poteva ospitare circa150 persone. Vi si sono avvicendati negli anni migliaia di lavoratori e lavoratrici italiani e francesi, che potevano godere delle meraviglie di Frontone per due settimane a prezzi contenuti.

Furono anche gli anni in cui si iniziò il servizio di traghettamento Porto-Frontone. Il primo “Caronte” della storia fu Giovanni Onorato detto “Giuvann ‘a scigna”(la scimmia) soprannome che si guadagnò quando, tornando dall’Africa, portò con se una scimmia, con la quale per qualche anno fece da richiamo ai turisti. Altri tempi.

Oggi i “Caronte” si sono moltiplicati e quella spiaggia, in cui si vedevano pochi gruppi di bagnanti e qualche raro ombrellone, è diventata una spiaggia affollata e frequentata a tutte le ore.

 

Ed è per questo vi proponiamo un modo diverso per godere le bellezze del Frontone, che comunque rimane tutt’ora un fantastico sogno d’amore. Invece che arrivarci dal mare con gli affollati barconi, come fan tutti, raggiungeremo Frontone con una bellissima passeggiata a piedi, scoprendone la parte più autentica.

L’appuntamento è alle 10, sulla Provinciale Ponza- Le Forna località Tre Venti, all’altezza del Poliambulatorio. Arrivarci è facile. (Bus di linea, taxi, motorino, mezzo proprio e anche a piedi visto che la località è a circa metà strada sia che si parta da Ponza Porto che da Le Forna).

Lasceremo alle nostre spalle la magnifica visione di Palmarola e prenderemo lo stradello che scende verso il Poliambulatorio, ma lo lasceremo dopo pochi metri. Quando questo piegherà a destra, noi proseguiremo diritti verso sinistra. In breve si aprirà davanti ai nostri occhi l’incanto della Baia di Frontone, che vista dall’alto è ancora più bella.

Sulla destra l’arcigno scoglio della Ravia, spartiacque tra il porto e le limpide acque dell’insenatura. Sempre guardando a sinistra la costa è un’alternanza di falesie policrome che scendono a strapiombo su piccolissime spiaggette lunghe non più di venti metri. Proprio sotto di noi la spiaggia di Frontone, una dolcezza, un sogno di cose serene, specie al mattino quando il primo sole la bacia e la inonda di una luce radente e meravigliosa. Sulla sinistra, quello che resta delle antiche vigne di Frontone, le case e le ville (poche e ben inserite) , e il Fortino che all’estremità nord della baia , sembra quasi la voglia guardare e proteggere come una vera sentinella ‘armata’ .

Noi scenderemo seguendo il sentiero alle pendici del Monte Core. Una zona magnificamente esposta a mezzogiorno, ideale per coltivare la vigna che dava il famoso vino di Frontone e per ospitare le graziose villette in stile mediterraneo. Qui è bello risiedervi anche d’inverno, tanto che nonostante l’isolamento dovuto alla mancanza di una buona strada, una comunità di una decina di famiglie vi si stabilì verso la fine dell’800. Ci fu chi scavò la propria abitazione nell’asciutta roccia e chi invece se la costruì, con istintivo buon gusto, come quella con i quattro archi.

phoca_thumb_l_img_0101Negli anni ’60 del secolo scorso alcune di queste case furono acquistate dai primi turisti. L’ambasciatore Alverà, acquistò quella dei quattro archi, guardandosi bene dal modificarla.

Tra gli antesignani della zona ci piace ricordare anche Mario Tarchetti, un personaggio straordinario che ha costruito la fama di quest’ isola insieme a pochi altri nei primi anni Cinquanta, quando evadeva dai salotti romani e napoletani, dalle sue fatiche di latin lover del gran mondo e dagli atelier di pittura che onorava degnamente con la sua arte. Di lui, e delle sue storie straordinarie ne parleremo magari un’altra volta. Qui ci limiteremo a dire che una di queste belle costruzioni, “Villa Giulia”, per un certo periodo trasformata in un piccolo straordinario resort, è stata sua.

Graziosissima è anche la casa celeste con cortile e pergola a strapiombo sul mare di Salvatore Mazzella, oggi abitata dal figlio Gerardo, che oggi è rimasto forse l’unico frontonese rimasto ad abitare stabilmente a Frontone durante tutto l’arco dell’anno. Gli altri, passata la bella stagione, tornavano nelle ataviche case della vicina Santa Maria, donde i loro trisavoli partirono alla “conquista” di Frontone.

Gli antenati scoprirono che vivere nel paradiso di Frontone, allungava la vita. “Zi Carmela” morì – negli anni ’60 – a 99 anni, ma solo per una caduta. Senza di quella probabilmente avrebbe tranquillamente superato il secolo. Quasi la stessa età raggiunta da “Zi Cristina” detta “Cristinone”, per la straordinaria vigoria, e quella, in piena salute, raggiunta dal Maresciallo Conte detto “U Maresciallo i Frontone”.

Ora tocca a Gerardo Mazzella, cercare di tenere alta la fama della zona. Nel frattempo Gerardo, ha realizzato un bellissimo museo etno-antropologico, raccogliendo con amore a pazienza una quantità di reperti impressionante, che naturalmente non mancheremo di visitare.

museo frontoneMa a fianco del museo, il cui accesso è libero, Gerardo ha realizzato, sotto una pagliarella da cui si gode un panorama mozzafiato,un magnifico punto di ristoro.

Cucina rigorosamente locale. Poche cose ma col sapore del sole e del mare di Ponza. Assaggiarle è quasi un obbligo, anche perchè l’ora è giusta, gli odori invitanti e la passeggiata nella macchia mediterranea ci ha stimolato un certo appetito.

Non parleremo delle buone cose che si potranno mangiare da Gerardo per non togliervi il piacere della scoperta, ma certamente dopo il pasto vi sistemerete per fare una piccola siesta su una sdraio nel reparto relax del ristoro di Gerardo. Con un bicchierino di liquore di mirto in mano e con negli occhi l’incanto di Frontone, vi accorgerete che su queste pendici si sta progressivamente impossessando di voi un senso di pace idilliaca… che forse potrebbe prendere anche la forma di un breve pisolino.

Ormai è ora di levarsi e proseguire nella parte conclusiva della nostra scoperta della Frontone vera: la visita al Fortino e alle ville. Ci incamminiamo sul sentiero che porta , in direzione di levante, verso la casa azzurra di Salvatore Mazzella, daremo uno sguardo da vicino alla magnifica casa con gli archi del fu ambasciatore d’Italia in Libia. In alto vediamo “Villa Giulia”, più avanti, per un sentiero che passa alle spalle di casa Alverà, attraverseremo la villa degli Scudieri al di sopra del sentiero e la “La Cantina” dei Malan, al di sotto. Da villa Malan al Fortino il passo è breve. Sotto di noi, il porticciolo lillipuziano utilizzato dagli abitanti delle case di Frontone per riparare durante la bella stagione le loro barche .

Quello che resta del Fortino di Frontone è una costruzione militare della seconda metà del 1500 realizzata, durante il papato di Paolo III, dal Cardinale Alessandro Farnese nipote del Papa, quando divenne Commendatario dell’isola. L’opera fu restaurata durante la colonizzazione borbonica verso la fine del ‘700 e faceva parte integrante del sistema difensivo dell’isola. Insieme alla Torre, la batteria Leopoldo e quella del Lanternino proteggeva l’accesso del porto di Ponza. Il 26 febbraio del 1813, mentre l’isola era in mano ai napoleonici, fu protagonista di un furioso combattimento contro i 38 cannoni della fregata inglese “Tamigi” che insieme alla connazionale “Furiosa” sbarcarono sull’isola occupandola.

Seduti sui ruderi del Fortino, squassati dalle cannonate della “Tamigi”, vedremo alla nostra sinistra l’enorme piede di tufo bianco lanciato sul mare ( ‘A Chiana Janca – La piana bianca), domineremo tutta la Baia di Frontone e tutta la costa di Levante dell’intera isola, da Gavi alla Punta della Madonna. Uno spettacolo unico!Fortino 1

E’ ora di tornare. Frontone è ormai quasi tutta in ombra e solo le case poste più in alto godono gli ultimi raggi del sole. All’ombra affrontare la salita per il ritorno sarà più agevole. In meno di 40 minuti saremo di nuovo sulla strada provinciale. In alternativa di può sempre scendere sulla spiaggia e prendere uno dei barconi che ci porteranno al Porto.

fs

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