– STORIE DEL PASSATO –
Zi’ Innaro era un contadino dal portamento dignitoso e fiero che abitava sopra i Conti nella casa che si trova proprio sotto la Grotta del Serpente . Non un granchè acculturato, come d’altronde la maggioranza dei contadini ponzesi degli inizi del ‘900, ma il suo eloquio – educato, cerimonioso, farcito di santi, madonne e citazioni bibliche – lo faceva sembrare detentore di un sapere ben più elevato di quello effettivamente posseduto.
Eppure Zi’ Innaro di cose ne conosceva tante. Oltre ad essere un eccellente contadino possedeva la grande sapienza della “medicina dei” : in parole povere era un guaritore appartenente alla categoria spiritual-religiosa.
Egli guariva qualsiasi male per mezzo di riti religiosi.
Nascosto tra vecchie carte ingiallite è arrivato fino a noi il rito con il quale Zi’ Innaro guariva la”Resibbia” che era un’infezione cutanea (forse un’impetigine) molto temuta e diffusa in quel tempo probabilmente a causa delle scarse condizioni igieniche.
I sintomi erano un arrossamento della pelle con piccole macchie dal colore più intenso.
L’ammalato si recava a casa di Zi’ Innaro, il quale prendeva un ciuffetto di lana tagliata al momento da una pecora, lo immergeva nell’olio e poi lo riscaldava sulla “squarcessa” che era una bugia di porcellana a due maniche con al centro una candela accesa.
Col batuffolo di lana così preparato segnava i bordi dell’infezione cutanea e poi faceva delle croci all’interno. Il tutto mentre ripeteva per tre volte questa preghiera:
“Quand’ Gesù Cristo ieve cammenann,
scunatie a Resibbia.
Resibbia maledetta donne vaie?
Vaco addò nu cristiano pu fa murì spasamann,
però nun m’accidì e num m’ammazzà.
Piglia nu cierno e lana pecurina
augliata cu nomm ‘e Dio
Mamma Maria e la Resibbia se ne va pà via.”