San Silverio papa, patrono di Ponza è un protettore speciale. Infatti – dicono i ponzesi – è difficile trovarne uno che possa vantare più titoli del nostro: è papa, martire e santo, inoltre – caso unico nella storia della chiesa – è figlio di padre a sua volta papa e santo (S.Ormisda, 523 d.C). Silverio, nacque nel 480 e fu eletto papa nel giugno del 536. I ponzesi gli sono devotissimi e lo sono talmente che sia un santo particolare, che ne celebrano la festa non una, ma due volte nel corso dell’anno. Il 20 giugno si festeggia nel capolugo e l’ultima domenica di febbraio nella frazione di Le Forna, nella parte settentrionale dell’isola.
Questa zona di Ponza, fu colonizzata verso la fine del ’700 per volere di Ferdinando IV di Borbone, con famiglie di pescatori provenienti da Torre del Greco. Costretti a lasciare la loro città alle falde del Vesuvio, a causa di una sua ennesima eruzione. I torresi portarono sull’isola, insieme a pochi attrezzi, la più grande sapienza di pesca – di aragoste e corallo – di tutto il Mediterraneo. Una volta insediatisi ripresero la loro tradizionale attività nelle acque dell’isola. Col passare degli anni la pesca locale divenne sempre meno produttiva e i pescatori fornesi furono così costretti a cercare nuovi sbocchi, in mari sempre più lontani.
La processione:
Ancora oggi mentre si allungano le ombre della sera e la statua del Santo torna verso la chiesa dedicata alla Vergine Assunta, dopo aver percorso tutte le strade della contrada, si possono percepire le ragioni profonde di questa festa. A volerla furono, intorno alla metà dell’800, i corallari e gli aragostai fornesi, costretti lontano dall’isola il giorno della festa grande del 20 giugno, per poter anch’essi onorare il loro santo protettore, prima di partire per la lunga e pericolosa campagna di pesca.
La Banda:
Lo sgargiante rosso delle divise della banda che accompagna la processione è il colore dominante di tutta la festa di S. Silverio dei pescatori. Rossi gli stendardi, rosso il mantello del Santo, rossi i fiori dell’addobbo, rossi come il colore del sangue del martire papa Silverio. Ma rosso è anche il colore del corallo e delle aragoste, di cui i pescatori ponzesi erano e sono insuperati maestri in tutto il “mare nostrum”. Rosso ecorallo – per la gente dell’isola – talismani formidabili contro il malocchio.
I chierichetti:
Anche nelle divise dei chierichetti ritorna il richiamo magico al rosso del corallo e delle aragoste o a quello sacro del sangue dei martiri.
In questa sequenza, in cui sono protagonisti i possibili futuri pescatori e le loro spose, si può cogliere la perfetta fusione tra il sacro e il profano.
Dove è difficile distinguere tra il prufumo dell’incenso e le zaffate di zolfo. Fede e magia fuse in un binomio indissolubile. Potentissimo rimedio contro ogni avversità e ogni incantesimo. Un talismano e questa vita e quell’altra.
I Volti:
Negli occhi sempre la stessa preghiera: che tornino tutti a casa e la pesca sia copiosa.
Quella dell’ultima domenica di febbraio è anche una festa propiziatoria: Nommi, padri, mamme e spose affidano la vita dei loro cari al “Gran Santo protettore Silverio venerato… ” come dicono le parole dell’inno.
Un cero e una preghiera per propiziare il ritorno delle persone care dopo una stagione di pesca ricca e fruttuosa per tenere lontano lo spettro della miseria nell’inverno successivo.
La festa è finita.
Ma, ad ogni fine sempre corrisponde un inizio.
Tra pochi giorni partira una nuova stagione di pesca.
Gli equipaggi saranno esposti a tanti rischi. Ma sanno che su ogni barca c’è – invisibile – san Silverio dei pescatori di Le Forna a ” vigilar su di loro.. con la sua potente mano.”
testo:Franco Schiano
foto:Nicola Ughi