di Rita Bosso http://www.ponzaracconta.it/
.
Non è un cuore, perdio, è un sandalo di pelle di bufalo
che cammina, incessantemente, cammina
senza lacerarsi
va avanti
su sentieri pietrosi
(Nazim Hikmet)
.
Murat Onol durante l’intervista. Sullo sfondo “Battesimo del mare” di Myriam Cappelletti
Scontato, citare i versi di Hikmet per presentare l’artista turco Murat Onol; se poi egli realizza l’installazione nel Museo di Ponza, l’associazione Ponza / confino / esilio / Hikmet / Turchia è quasi automatica.
No, non sono cuori gli oggetti racchiusi sottovuoto in sacchetti simili alle sacche ematiche, deposti sulla rete di un letto d’ospedale; sono mezzi filoncini di pane aperti, tagliati a metà, riempiti con piccole cose di stracquo, e imbustati.
Due settimane fa, ad Istanbul, è morto uno studente turco, dopo un lungo coma che lo aveva ridotto a pesare sedici chili; stava andando a comprare del pane quando è stato preso alla testa da un lacrimogeno sparato dalla polizia.
Stamattina, a Giancos, Murat si è fatto portare sedici chili di pane con cui ha prima prodotto una performance, poi realizzato l’installazione Paradiso, Purgatorio, Inferno terrestri nella sala del Museo.
Il pane, simbolo di vita, diviene causa di morte, secondo un principio derivante dal pensiero Sufi che percorre molte delle opere di Murat: non c’è vita se non c’è il suo duale, la morte. Non c’è il vuoto senza il pieno: le sacche rese dense e compatte dall’estrazione d’aria giacciono sulla griglia a maglie larghe della rete del letto; ancora, l’immensa ricchezza che il mare contiene si mescola alla distruzione rappresentata dai piccoli oggetti di plastica stracquati a riva.
Murat Onol è nato ad Istanbul nel 1971; comincia l’attività come pittore espressionista, prosegue con la produzione di installazioni e video; attualmente realizza in prevalenza performance interattive.
Fa parte del secondo gruppo di artisti ospitati a Ponza dall’associazione Cala Felci, nell’ambito della rassegna Lo Stracquo: l’arte che viene dal mare.
Gli chiedo cosa evochi la parola stracquo; risponde con l’aggettivo pesante.
Non era mai stato prima d’ora a Ponza, ma la conosceva come luogo di confino; spiega che, in questi giorni, è stato colpito dal contrasto cromatico sulle facciate degli edifici: superfici curate con colori “alla moda” si alternano a pareti screpolate; discutiamo un po’ sui colori delle isole del Mediterraneo, sul recente intervento di ritinteggiatura del Porto, ma il significato delle sue parole lo comprendo solo adesso, mentre consulto il suo sito web e, tra le foto, ritrovo un volto noto:
La Trinità, foto scattata il 22 marzo 2014 a Ponza
Murat Onol. Kaburgalar
Murat Onol. Son.2
Murat Onol. Particolare dell’installazione in Copertina