di Rita Bosso
.
“Cristo non si è fermato a Ponza” è il titolo di una delle opere con cui Salvatore Balzano partecipa a Lo Stracquo: l’arte che viene dal mare.
Oppure Cristo se ne sta allontanando, come i raggi del sole che hanno già abbandonato la spiaggia e la battigia e, ormai radenti alla superficie dell’acqua, sfiorano le creste d’onda ed illuminano Palmarola. Nel tardo pomeriggio la spiaggia è deserta, fa quasi freddo; i due cagnolini in primo piano litigano, uno ringhia, l’altro tace, forse ha paura oppure sta semplicemente aspettando il momento per passare all’attacco; le barche, segno identitario dell’isola, dovrebbero essere in primo piano e invece sono minuscole, rattrappite, abbandonate a riva; un omino appendiabiti – alias servomuto – è l’altare laico e consumistico di questa rappresentazione, ma è anch’esso vuoto …
Cristo non si è fermato a Ponza, di Salvatore Balzano
Salvatore Balzano abitualmente non dipinge quadri a soggetto religioso ed infatti neanche questo lo è; quello che voleva dire lo ha detto in questo modo perché sulla spiaggia ha trovato due legnetti con cui ha assemblato una croce.
E’ prevalentemente paesaggista, ma anche scultore; vive a Le Forna.
I suoi paesaggi denotano sicurezza nell’impostazione prospettica, che gli deriva dagli studi tecnici; ha invece imparato ad usare i colori da solo, coltivando la sua passione per la pittura sin da bambino, e i risultati sono molto interessanti.
Anche in questo caso, la composizione è ripartita in due blocchi separati dal mare; il blu va dal cobalto al turchese e poi al celeste, ricopre la maggior parte della tela, si impregna gradualmente di giallo passando dal verde più cupo della chioma del pino a quello luminoso dei fichidindia, diventa impercettibile nella cannafeola (fiore d’agave). La sequenza si ripete nel blocco del porto, sullo sfondo, quasi simmetrico dal punto di vista cromatico. In entrambi i blocchi intervengono due pennellate di rosso a riscaldare, ad equilibrare. C’è armonia di linee: le onde, ortogonali alla collinetta in primo piano, formano con i due bracci del porto un quadrato perfetto, e la barca avanza lungo la diagonale.
Nella tavolozza di Salvatore il blu, colore primario freddo, è di gran lunga prevalente, ma è bilanciato e smorzato con pochi abili tocchi.
Salvatore Balzano si dedica anche alla scultura ma, in questo caso, ha utilizzato il legno così come lo ha recuperato, sulla spiaggia di Cala Feola; la forma sinuosa, l’estremità slargata hanno evocato, rispettivamente, una figura femminile e un serpente; ne è nata una strana creatura, una donna-rettile con due teste, in basso il cranio schiacciato di un crotalo, in alto un cranio umano indicato, più che raffigurato, da un galleggiante, e ornato da una chioma di cordame; la parte umana è dipinta di nero, le mani giunte. E’ un’Eva tentatrice ma anche una figura vagamente ieratica; in ogni caso, Salvatore non rinuncia al naturalismo e, pur non intervenendo sulla forma del legno, evidenzia aree cromatiche e rilievi in modo da rendere verosimile la sua rappresentazione.
La tentazione di Eva – altra opera presentata per lo “stracquo”
Fonte: Ponza Racconta – http://www.ponzaracconta.it/2014/04/20/cronache-dallo-stracquo-18/