Tutti sanno che la statua di San Silverio viene portata in processione su una barca ricoperta di garofani rossi. Al rientro della processione, mentre il Santo torna in chiesa – senza voltare le spalle ai suoi protetti – c’è il lancio dei garofani. Tra i fedeli che si accalcano sul sagrato della chiesa, si accende allora una piccola competizione per la conquista di qualche garofano. Tutti ne vogliono portare via qualcuno. Ognuno vuole il simbolo della sua partecipazione alla festa, ognuno ha qualche persona cara non presente alla festa a cui donare il fiore di San Silverio. Un prezioso talismano da custodire gelosamente fino alla festa del prossimo anno, a cui tutti vorrebbero – a Dio piacendo – partecipare.foto:Rossano Di Loreto
La spinta dei fedeli a conquistare almeno un garofano di San Silverio, negli ultimi anni è diventata così pressante da indurre gli organizzatori della festa a munirsi di una quantità tale di garofani da non lasciare nessuno senza. Cosa che oggi non comporta particolari difficoltà (salvo il costo) visto che i garofani che attualmente ricolmano la barchetta del Santo sono provenienti dai vivai.
Ricordo che quando ero bambino conquistare un garofano di San Silverio era impresa veramente improba, perché i fiori che adornavano il Santo erano tutti rigorosamente coltivati sull’isola dalle famiglie e per quanto fossero molti (si può dire che ogni famiglia aveva la sua testa con i garofani) non erano mai paragonabili in quantità e in grandezza a quelli odierni.
Mi emozionava sentire il profumo meraviglioso di quei piccoli garofani color rosso porpora che riuscivo a raccogliere tra quei pochi che riuscivano a toccare terra, superando la barriera delle mani degli adulti protese verso l’alto per intercettare il lancio alla fine della processione.
Che bello sarebbe tornare alla vecchia tradizione di coltivare sull’isola i piccoli odorosi garofani di San Silverio.
Perché i garofani rossi sono i fiori di San Silverio?
È stato fin dai tempi antichi considerato un fiore sacro. Il termine scientifico greco dianthus designava, infatti, il ‘garofano’ come ‘fiore degli dei’ o, quale ‘incoronazione’, le ‘corone’, cioè le ghirlande di garofani offerte nelle antiche cerimonie sacre greche. Altre interpretazioni suggeriscono la derivazione dal latino carnis (genitivo di ‘caro’, ‘carne’) riferito al colore rosato del garofano originale o da incarnatio (‘incarnazione’), personificazione di Dio fattosi carne. Secondo una leggenda cristiana, sarebbe apparso per la prima volta sulla Terra dalle lacrime versate dalla Vergine Maria per la sofferenza di suo figlio Gesù che portava la Croce al Calvario prima di morire.
Il colore rosso simboleggia il sangue del martirio di San Silverio.
Il garofano è una pianta abbastanza rustica, predilige esposizione soleggiata, terreno minerale, compatto, calcareo e asciutto. Si moltiplica facilmente per talea e per divisione dei cespi. Coltivabile quindi sull’isola senza molte difficoltà.
Questi potrebbero essere i perché.
Di certo non sappiamo da quanto tempo è invalsa questa tradizione. Infatti, da qualche rara foto degli ultimi anni del 1800, dei garofani non sembrano esserci tracce. Ma questa è un’altra storia.