poesia di (di Carmine Pagano) –
Vacile d’acqua chiara,
manelle gentili che sfronnano ‘i rose,
spighelle ‘i grano e petal’i ciure
int’all’acqua l’addor’e primmavera.
Serata ‘i maggio
a notte d’Ascensione,
ogni famiglia ten’a tradizione
cu nu vacile for’ du purtone
ca Gesù passa e benedice.
E a matina che festa pe’i guagliune
lavars’a faccia int’all’acqua chiara
oltre ‘u prufumm’i rose , spighe e ciure,
te pigliave pura a carezza du Signore.
Sarò eternamente riconoscente a Monia per lo spazio che mi offre per poter pubblicare le amenità che mi diverto a scrivere….
Carmine Pagano
Nota a margine:
La bella poesia di Carmine si riferisce alla Festa dell’Ascensione di Gesù al cielo, una solennità che cade quaranta giorni dopo la Pasqua e che riveste una notevole importanza nella liturgia Cattolica, segnando la fine del soggiorno terreno di Gesù.
La nostra tradizione vuole la che sera della vigilia dell’Ascensione venga lasciato sul davanzale delle finestra o sul balcone, per tutta la notte, un bacile d’acqua ( u vacile) cosparso da petali di rosa.
E’ credenza che Gesù, alla mezzanotte, salendo in Cielo, accompagnato dai suoi angeli, benedicesse quelle acque.
Al mattino, poi, era usanza che tutti i componenti della famiglia si sciacquassero il viso con quell’acqua profumata di rose in segno di purificazione.
fs