Portare avanti un sito con impegno e dedizione è opera certamente meritoria. Di sicuro è anche faticoso e stressante.
Solo con l’accumulo di stress si può giustificare il tono dell’articolo apparso su PR appena qualcuno si permesso di commentare con una garbata critica o con un pizzico di umorismo l’articolo di Enzo di Giovanni ’A lettera d’a ’Merica.
In un articolo intitolato ‘ A ‘Merica e i puristi del dialetto , sono arrivati una serie di termini bruttissimi come terrorista, dissociato, cervellotico … nei confronti di chi – senza mai essersi autodefinito purista della lingua ponzese – ha espresso, in termini civili e a volte anche scherzosi, un punto di vista diverso da quello proposto dal redattore capo del sito PR.
Penso che siano termini un po’ pesanti per una disputa sul dialetto.
Quelli che volevano essere contributi al dibattito sono stati manipolati, stravolti e fatti passare per elucubrazioni cervellotiche se non peggio.
Ma si vuole veramente aprire un dibattito sul dialetto ponzese?
Vorrei sbagliare, ma a me sembra di no.
Anzi pare che si voglia imporre un specie di “pax romana” sul modo di scrivere il ponzese, in forza delle centinaia di articoli già scritti.
Come se ripetere centinaia di volte lo stesso modo di scrivere lo trasformi in dogma linguistico.
Se è sbagliato rimane sbagliato se è corretto rimane corretto.
Nessuno è accademico della Crusca.
ci sono solo modi diversi di vedere le cose….
Per quella che voleva essere una civile disputa sul dialetto mi sembra francamente che rischiamo di andare troppo oltre. Sarebbe quindi più saggio abbassare i toni.
Quindi per amor di pace, per quanto mi riguarda, la storia finisce qui.
Ovviamente continueremo a proporre il nostro punto di vista.
fs