Ricordavo alcune poesie di un giovane Francesco Ferraiuolo, pubblicate sulla mitica rivista Ponza Mia. Ho scoperto che in tutti questi anni Franco, come lo chiamo io, ha continuato a scrivere poesie mantenendo inalterato lo stile di allora.
Vincendo un po’ la sua naturale ritrosia, si era ripromesso di leggere un suo componimento sabato scorso in occasione della festa per il 250° anniversario della posa della prima pietra del nostro porto borbonico. Problemi al suo ginocchio gli hanno impedito di partecipare all’evento, ma ci ha voluto fare dono ugualmente del componimento – come ama chiamare i suoi versi sciolti – come omaggio al compleanno del porto:
La leggenda dei bastimenti
Dopo mille perigli,
i bastimenti degli aragostai
tolgono al vento le vele
ed approdano nel rifugio sicuro.
Gli angeli protettori,
come in un quadro di Chagall,
si riposano finalmente sulle sartìe alte
e lasciano il cielo pennellato di azzurro
al volo dei bianchi gabbiani.
Le campane a festa
dicono la gioia dei cuori
redenti dalle cupe angosce.
Di quei bastimenti
or più non ce ne sono;
le salde colonnette d’ormeggio
incassate nelle nicchie ai muraglioni
ne rinnovano la sempiterna memoria.
Di quei bastimenti
e di quegli ardimenti
ancor parlano le pietre di questo porto
di storia scavate,
non più porto di eroi.
Seduto al rosso Lanternino,
al tiepido sole d’inverno
che scintilla stelline sull’acqua,
vagheggio quel prisco tempo
cui avvinto mi sento
da un innato sentire,
ancestrale…
…che ancora sto vivendo
perso
sul mare di quei bastimenti,
aggrovigliato di epica umanità.
E’ qui,
con l’orgogliodel figlio della leggenda,
che ho deposto il mio cuore.
Francesco Ferraiuolo