Continuiamo ad addentrarci negli oltre cento anni di vita dello storico Caffè Tripoli grazie al racconto di Luigi Di Monaco.
Silverio Di Monaco, che ha avviato l’attività insieme alla moglie Angelina, muore nel 1941; Angelina deve quindi occuparsi della gestione del bar e dell’educazione dei quattro figli: Ciccillo, Peppino, Mamena, Luigi. Mamena affiancherà la madre nella conduzione del Caffè.
Luigi, nato nel 1937, ha qualche vago ricordo degli anni del confino e della guerra.
Ricorda Tito Zaniboni quando alloggiava a via Parata, subito dopo l’arrivo a Ponza nel 1942.
Ricorda quando la sirena dell’allarme, collocata nell’attuale capitaneria, squillava di notte e costringeva a raggiungere il rifugio (la cisterna della Parata di cui, ai giorni nostri, è stato fatto scempio).
Ricorda le angherie dei militi, che consumavano a sbafo e ordinavano di “mettere a nota” senza mai provvedere a saldare il conto.
“Dormivamo nella stanza a fianco del caffè, dove ora c’è il negozio Brandina – ricorda Luigi – ma a san Silverio arrivavano i parenti da Napoli e io, che ero il più piccolo, andavo a dormire sul biliardo del bar.”
Il contatto prolungato col tappeto verde spiega i successi sportivi di Luigi: nel 1966 vince il primo (e unico) torneo di biliardo dell’isola di Ponza, a cui partecipano circa venti giovanotti di belle speranze. Mostra con orgoglio le foto della premiazione. Tommasino De Luca, Mario Assenso, Luigi Di Monaco, Giuseppe Costanzo (Baffone)
Luigi Di Monaco, primo classificato, riceve la coppa da Cesare De Luca; al centro, Mario Iozzi
Luigi Di Monaco, Umberto Prudente bambino, Tommasino De LucaPeppe Di Monaco, Mario Iozzi,Mario Assenso, Ernesto Prudente (con il piccolo Umberto),Tommasino De Luca(2° class.) Aniello De Luca, Luigi Di Monaco(vincitore), Franco Schiano, Luciano Gazzotti,Giuseppe De Luca, Cesare De Luca, Mimì De Luca (in primo piano)
Giuseppe De Luca scrive su Ponza Mia che Luigi, già re della bistecca, viene incoronato imperatore della stecca; Luigi gestisce infatti una grande macelleria su corso Pisacane, ereditata da uno zio.
– Ero giovane, avevo un buon lavoro, un sacco di amici … e chi ci pensava, a sposarsi? – ricorda.
Ma, sul finire degli anni Sessanta, Cupido scarica un’intera faretra di frecce sul Caffè Tripoli.
Mamena con Amedeo Guarino
La prima freccia colpisce Mamena: dolcissima, gentile, minuta, la voce ridotta a un sussurro, serenamente avviata allo zitellaggio. Luigi Conte, alias Luigi ’u Capitano o Luigi ’u Pitt’ è un omone alto e corpulento; più grande di lui è la sua voce e, ancora più grandi, immensi, sono il sorriso e lo sguardo.
La grafica di un’ignota artista svizzera ha dilatato le dimensioni di lei ma è riuscita a rendere magnificamente l’ossimoro costituito dalla coppia Mamena – Luigi ’u Pitt’.
Luigi ‘u Pitt’ e Mamena ritratti da un’artista svizzera
Alla tenera età di 51 anni, dopo una vita trascorsa in mare, Luigi ’u Pitt decide dunque di sposarsi e sceglie Mamena; nel 1971 nasce Vincenzo, attuale proprietario del bar Tripoli. Luigi Conte ’u Pitt’ e il figlio Vincenzo