Quei “tre sischi ‘i vapore” dicono tutto.
Di solito esprimono un saluto a volte gioioso per una ricorrenza festiva, a volte di amichevole riconoscenza quando ci si incontra in navigazione, a volte, come nel nostro caso, per un doloroso commiato.
Il commiato di Franco però è un commiato speciale: all’uomo di mare perché ponzese e figlio di grande navigatore “Zì Schiano” che tanti dei nostri viaggi ha seguito come nostromo dell’ex SPAN; all’amico di tutti perché conoscitore della vita di molti sia come lavoratore al servizio dei cittadini sia come politico attento e capace alla risoluzione dei problemi locali; al cultore della storia e delle tradizioni locali a cui è stato sempre legato e per le quali è stato attivissimo divulgatore; all’uomo che, pur nella sua fragilità fisica, è sempre apparso un gigante coraggioso non abbattendosi mai nemmeno di fronte alle più abominevoli e pretestuose accuse che pur con i relativi dispiaceri continuavano a minargli l’anima ed il corpo; alla sua forza ed alla sua resilienza nell’affrontare situazioni subdole, appositamente architettate da chi, non conoscendo le nostre tradizioni ed il nostro impegno fortemente congiunto all’insularità del modo di vivere, ha tentato di fare di questo “scoglio” solo una fonte di guadagno asservita alle proprie brame di potere. Ai suoi patimenti, e non solo suoi, sopportati con rassegnazione e pazienza, conscio che alla fine tutto si sarebbe chiarito.
In una sua ultima conversazione dove affrontavamo i nostri comuni problemi di salute mi diceva: “Viviamo giorno per giorno. Ringraziamo il Signore quando ci alziamo al mattino per averci concessa un’altra notte e alla sera, quando andiamo a letto, per averci concesso un altro giorno. Tanto quello che dobbiamo fare lo facciamo giorno per giorno. Non abbiamo bisogno di programmi a lungo raggio per individuare le necessità di chi ci circonda”.
Aveva perfettamente ragione: sono i propositi giornalieri.