Nella seconda metà del Settecento i Borbone istituiscono a Procida l’Istituto Nautico e danno a otto studenti di Ponza e di Ventotene la possibilità di proseguire gli studi a Gaeta, in seminario.
Cinquanta miglia separano Ponza e Procida; Ventotene è più o meno a metà strada.
A Ponza, ci sono giorni in cui Ischia appare vicinissima e Procida, se non fosse più bassa, si vedrebbe allo stesso modo.
A Forio, quando il cielo è incendiato dal tramonto, “all’orizzonte navigano isole” (Enzo Striano)
Da Procida si scorge “non molto lontano, nel mare, la forma azzurro-purpurea dell’isola d’Ischia. Ombre argentate d’isole più lontane.” (Elsa Morante)
Tra il 1965 e il 1980 un centinaio di ragazzi di Ponza e di Ventotene ha percorso quel tratto di mare parecchie volte all’anno, per alcuni anni. Qualcuno aveva finito la scuola da tempo, altri partirono dopo aver conseguito la licenza media; alcuni non avrebbero potuto proseguire gli studi e attendevano di collocarsi nel mercato del lavoro dove, giocoforza, avrebbero occupato posizioni di bassa manovalanza; altri cercavano una strada per proseguire, purchè non fosse troppo onerosa per le famiglie.
Alcuni di quegli ex ragazzi, oramai nonni, hanno ricostruito la vicenda; un contributo significativo è arrivato da Procida e da Monte di Procida.
Ma come comincia, questa storia? Quali vicende portarono Procida ad avere una scuola senza alunni, mentre Ponza e Ventotene avevano tanti alunni senza scuola?
La scuola pubblica è figlia dell’Illuminismo; non potrebbe non esserlo: come si esce dallo ’stato di minorità’ se non attraverso l’istruzione?
Nel Regno di Napoli dopo il 1767, anno dell’espulsione dei Gesuiti che detengono il monopolio in materia di istruzione, vengono istituite alcune scuole pubbliche. Particolare attenzione è dedicata alle scuole professionali; fiore all’occhiello del sistema scolastico borbonico sono gli istituti nautici, alla cui istituzione dà impulso Acton in persona: le esigenze della navigazione richiedono ormai personale specificamente addestrato, non più la semplice trasmissione di pratiche e saperi empirici. Nascono gli istituti nautici di Procida, di Sorrento, il Convitto San Giuseppe a Napoli che accoglie gli orfani di marinai; per loro, al termine degli studi, c’è l’assunzione sugli sciabecchi reali.
Si tratta di esperienze singole, nate nella capitale e in alcuni piccoli centri grazie al concorso di circostanze fortunate; nel resto del regno non c’è nulla, la quasi totalità della popolazione è analfabeta.
Scrive Giuseppe Tricoli nella Monografia delle Isole Ponziane: “Oltre alle gratuite scuole locali che erano tenuti i monaci e i cappellani, nel dispaccio del 13 agosto 1789 si mandavano nel seminario di Gaeta ancora degli alunni, cioè cinque per Ponza e tre per Ventotene.” E, più avanti: “Sono assegnati ducati centoventi al maestro di scuola con l’obbligo di tenere a sue spese un coadjutore (Decreto 7 giugno 1816)”.
Dunque, l’istruzione primaria era più o meno garantita; per gli studi più avanzati occorreva trasferirsi in terraferma.
La foto mostra gli appunti di Termodinamica di un vecchio studente ponzese; nato a Ventotene nel 1924, frequentò le elementari a Ponza e gli ultimi due anni di Istituto Nautico a Gaeta; nel mezzo, cinque anni alla “scuola” del prete don Luigi Parisi dove si apprendeva tanta grammatica, latino, matematica e ci si preparava all’esame di ammissione all’ultimo biennio di una scuola superiore.
All’epoca, con la quinta elementare si concludeva l’esperienza scolastica della maggior parte dei bambini; i figli di famiglie benestanti proseguivano gli studi in collegio.
La scuola di don Luigi Parisi consentiva a ragazzi di condizioni modeste, ma dotati e volenterosi, di proseguire gli studi; l’uscita dal nido era ritardata, le famiglie limitavano la spesa per il mantenimento in collegio o a pensione presso conoscenti o parenti. Le famiglie erano numerose e, spesso, potevano concedere a un solo figlio la prosecuzione degli studi; in genere privilegiavano un maschio. Si affrontavano sacrifici, si stringeva la cinghia pensando al futuro.
Negli anni Cinquanta fu istituita la scuola d’avviamento professionale ad indirizzo marinaro. Si studiavano Tecnica Nautica, Diritto Professionale, Ittiologia marina. I maschi imparavano a fare i nodi marinari, a usare le bandiere segnaletiche e l’alfabeto Morse. L’esperienza si concluse nel 1963 con l’istituzione della scuola media unica obbligatoria.
L’iscrizione a una scuola superiore, il conseguimento di un diploma o di una laurea, continuavano a collocarsi oltre l’orizzonte degli eventi per la maggior parte dei ragazzi di Ponza.