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L’Immacolata di Ponza: una festa unica al Mondo. - Ass. Cala Felci

L’Immacolata di Ponza: una festa unica al Mondo.

 

Immacolata 2013

 Chesta è santa sta jurnata

è a Madonna Immacolata…

E’ l’inizio del canto che alle prime luci dell’aurora di oggi ha inondato le strade di Ponza.  Come ogni anno,   in questo giorno la voce possente degli uomini e dei giovani dell’isola hanno ricordato a tutti gli altri, che oggi  è il giorno dell’Immacolata Concezione. 

Una devozione suggestiva che affonda le sue radici nei primi anni del  1940 e dovuta a Mons. Luigi M. Dies ardente araldo della devozione Mariana, che con questo stratagemma del canto notturno riuscì a coinvolgere i giovani e gli uomini dell’epoca, piuttosto restii a pregare in pubblico.

Uno stratagemma che forse aveva una sua radice storica culturale nella città di Gaeta di cui era originario l’allora giovane sacerdote don Luigi. Infatti è noto che a Gaeta – fin di tempi in cui questa città era parte del regno borbonico – la festività dell’Immacolata Concezione , anche prima del 1854, anno in cui il pontefice Pio IX proclamava il dogma dell’immacolato concepimento di Maria con la costituzione apostolica Ineffabilis Deus, era celebrata con grande solennità. Ed i festeggiamenti iniziavano appunto alle prime luci dell’aurora, quando si aprivano le porte della città fortificata per permettere l’afflusso di frotte di fedeli  provenienti dai  paesi vicini che si recavano al Duomo(che non riusciva a contenerli tutti) per la celebrazione del solenne pontificale in onore dell’Immacolata già considerata  Gran Proteggitrice del Regno.Intanto tutte le truppe della guarnigione erano già schierate in ordine di parata sui bastioni, le bande militari emanavano armoniosi suoni, e i cannoni della piazza e quelli delle navi in rada sparavano a salve(Blois).

Oggi – come ormai da diversi anni – erano alcune centinaia, provenienti da tutta l’isola di ogni ceto sociale e culturale, quelli che hanno percorso le vie dell’isola ancora addormentata per cantare a voce spiegate le lodi a Maria, la maggior parte delle quali scritte e musicate da Mons. Luigi Maria Dies. Non pochi quelli che pur vivendo lontani dall’isola vi hanno fatto ritorno, come ogni anno, in questa particolare occasione. Tra questi mi piace ricordare Silverio De Luca detto Ricciolino(in arte Rio), da 47 anni trapiantato in quel di Wittmund, una cittadina tedesca, nei pressi di Amburgo.

“Una tradizione straordinaria e unica, non se ne conoscono infatti altre. – ha detto Don Ramon, parroco dell’isola – In questa circostanza la comunità  dimostra la sua unità, intorno a valori come fede e tradizione. Con la forza di questa unità – ha proseguito – la comunità potrà trovare nuove energie per superare questo momento difficile”.

 

 

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