Un crudo risveglio, una folata di vento gelido entra dalla porta.
Eppure è afoso, aria appiccicosa, grigia, cauda come dice il mio amico/padre Schiano…
“Quando morirò, chi scriverà per me?” , mi domandava.
“Io, Fanco, io”, rispondevo.
Invece oggi non ho il coraggio e la forza di scrivere, di parlare, di salutarti perchè non era il momento, perchè prima saresti dovuto tornare a casa tua, prima avresti dovuto salutarmi.
Le parole sono futili davanti alla tua grandezza, fisica e mentale.
E io sempre lì ad incantarmi davanti al tuo sapere, al tuo raccontare.
Sempre amica, ferma davanti a tutto