di Rita Bosso – Fonte: Ponza Racconta
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Provate ad entrare nel museo di Ponza mentre Cosmo Cinisomo lavora a grossi tronchi nodosi e sbiancati, o mentre Marta Bilbao ricerca un equilibrio per le proprie tavole e Francesco Colozzo fa dialogare la lamiera arrugginita col pezzo di legno; provate a tradurre in italiano la parola stracquo, così densa e pregnante, così semanticamente e foneticamente ricca; fluitazione, spiaggiamento non vi sembrano esangui, al confronto? Dareste torto ad Annibale Ruccello (compianto attore, commediografo e regista: 1956-1986): ” ‘U ‘ttaliano: ‘na lengua straniera… barbara; senza sapore, senza storia, senza Dio. ‘Na lengua ‘e merda!”?
Questi legni, queste lamiere, questi sandali spaiati di plastica sono stracquati in quanto sfiniti dalla lunga permanenza in mare: sono dunque straccati, ovvero stracqui e strutti. Oppure sono stracquati perché extra-aquam, finalmente fuori dall’acqua, depositati dalle onde su una marina della nostra isola; forse il prefisso stra è semplicemente un accrescitivo, come in stra-felice: materiali di terra sono divenuti acquatici in virtù della lunga permanenza in mare, anzi stra-acquati(ci).
Può darsi che stracquo sia strappo più acqua: in tal caso è il mare che strappa alla terra o viceversa? In ogni caso, è il mare che decide quando, dove e come restituire.
In ogni caso, qui l’artista non ha tra le mani materiale vergine a cui dar forma o dal quale, michelangiolescamente, sottrarre materia per liberare la forma; qui siamo di fronte a materiali che hanno un passato, che avranno un futuro: l’artista è chiamato a “rinnovarli”, nel senso che la nostra tradizione attribuisce all’azione e che, anch’esso, non ha un esatto corrispondente nel dizionario italiano: “rinnovare” il nome di un avo non ha lo stesso significato di tramandare o ereditare.
“Marzo, ‘nu poco chiove, e ‘n’atu poco stracqua”: nella canzone di Di Giacomo il mare non c’entra nulla. C’entra, eccome, con i tre artisti che inaugurano Lo Stracquo. L’Arte che viene dal mare, l’evento organizzato dall’Associazione Cala Felci in collaborazione con l’Associazione Novecento di Gaeta, che prevede la presentazione a Gaeta, nell’ambito dello Yacht Med Festival.
Ponza Racconta intende seguire tutte le fasi di questo evento bello ed importante, nel quale l’isola diviene luogo di produzione artistica, non semplice spazio espositivo; artisti di provenienze, sensibilità, impostazioni diverse interagiranno con i materiali e la cultura isolani, da cui trarranno ispirazione.
Vi racconteremo ciò che sta accadendo nel museo e sulle spiagge dell’isola non improvvisandoci critici d’arte, ma da osservatori-fruitori che si avvicinano alle opere e cercano di entrare in relazione con esse.
NdR: Tra gli artisti di questo primo gruppo non è citata Stefania Fantone che non era presente nel museo al momento in cui Rita Bosso – autrice di questo bel pezzo – è arrivata con il tempo strettamente contingentato dall’orario di partenza della nave.