Tenente Cesare Balsamo *
Il 27 giugno del 1857, verso le tre del pomeriggio, il bastimento a vapore Cagliari della compagnia di navigazione Rubattino di Genova, getta le ancore nella baja di Ponza.
Pisacane con un gruppo di una ventina di uomini tra cui Nicotera e Falcone aveva preso, armi alla mano, il controllo del vapore diretto a Tunisi. L’aveva dirottato su Ponza, con l’intento di liberare i prigionieri politici che vi erano detenuti e poi insieme ad essi sbarcare sulla costa davanti a Sapri. (Pisacane non sapeva che a Ponza c’erano solo detenuti comuni, i politici invece stavano Ventotene).
L’idea era d’innescare una sollevazione popolare per abbattere la dinastia dei Borbone e realizzare quindi l’unità d’Italia. Le cose andarono diversamente e suoi sogni finirono tragicamente qualche giorno dopo lo sbarco a Sapri. Carlo Pisacane
Ma torniamo a Ponza in quel caldo pomeriggio d’estate.
Una volta dato fondo alle ancore, il Cagliari inalbera una bandiera rossa, che secondo il codice della navigazione allora in vigore, segnalava di avere un’avaria alle macchine. Dalla banchina del porto si stacca pigramente, era l’ora del riposo pomeridiano, una lancia con quattro uomini del comando del porto che si porta sotto bordo del Cagliari per prestare il soccorso richiesto tramite la bandiera rossa. I quattro, tra cui il comandante del porto, vengono fatti immediatamente prigionieri e tenuti in ostaggio.
Successivamente gli uomini di Pisacane, guidati da Nicotera e Falcone, sbarcarono sull’isola e approfittando dell’ora della pennichella e del fatto che avevano degli ostaggi, in poco tempo presero il controllo della zona del porto. Salto per brevità i particolari, ma di fatto non ci fu quasi nessuna resistenza. Il quasi ha un nome e un cognome: Cesare Balsamo, tenente dell’Armata delle due Sicilie. Giovanni Nicotera
Mentre il gruppo di uomini capeggiati da Falcone, assediava la Torre con il comandante della Piazza maggiore Astorino, il gruppo di Nicotera si diresse verso il Nuovo Casamento (l’attuale municipio) in cui allora al piano terra alloggiavano la truppa e al primo le famiglie degli ufficiali. Il piano terra fu preso senza difficoltà. Invece quando imboccarono la scala per accedere al primo piano, trovarono il tenente Balsamo che con la sciabola sguainata cercò di sbarrare loro il passo.La Pirofregata Tancredi della marina Borbonica, catturò il Cagliari dopo lo sbarco di Sapri
Dagli assalitori partì un colpo, pare sparato da Giovanni Nicotera, futuro ministro dell’interno del Regno d’Italia, e il giovane coraggioso tenente Balsamo cadde ucciso. Il tenente dell’Armata delle due Sicilie Balsamo opponendosi ad invasori stranieri armati e per difendere le famiglie, non stava facendo altro che il suo dovere di soldato.
Dovere pagato con la propria giovane vita.
Il tenente Balsamo è un pezzo della nostra storia, così come altri. Purtroppo il suo nome è stato dimenticato perché apparteneva all’esercito di uno stato che di lì a pochi anni sarebbe stato cancellato dalla storia e il ricordo coperto dal silenzio dei vincitori.
Pensiamo che il nome del tenente Cesare Balsamo debba essere ricordato, almeno con una lapide nel cimitero, nel quale certamente fu seppellito. Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro.
franco schiano
* La foto del Tenente Cesare Balsamo cim è stata gentilmente fornita Sandro Romano